domenica 31 maggio 2020

The young artisan - Step #22

  • Prima puntata della serie TV "The young artisan" - L'incontro

Rodolfo, artigiano torinese di mezza età, si occupa della produzione di vasi in ceramica all'interno della sua modesta bottega. Cammina pensieroso lungo le vie della città con il corriere sotto il braccio. Il coronavirus ha dimezzato i guadagni della sua piccola impresa e la mancanza di risorse lo ha costretto a licenziare gran parte di coloro che collaboravano con lui, gettando nella disperazione le loro famiglie.

Tuttavia, non ha alcuna intenzione di rinunciare all'attività che coltiva da anni e che il padre gli ha tramandato con tanta passione. Solleva quindi la saracinesca della sua bottega per completare la preparazione in vista della riapertura, ma viene avvolto da profondo sconforto. E' infatti solo, con una attività al collasso da proseguire. Come potrà mantenere nuovamente i suoi dipendenti, dopo questa grande crisi ? Mentre elabora queste riflessioni, un ragazzo, incuriosito, allunga lo sguardo all'interno della bottega, per poi allontanarsi a passo svelto. Rodolfo lo nota e segue il ragazzo con lo sguardo.
Una volta girato l'angolo, questo scompare.
Rodolfo, deciso a saperne di più, lo segue e, dopo qualche passo, ha davanti a sè una scena inaspettata : il giovane è tenuto per il collo da alcuni suoi coetanei con aria minacciosa..


  • Seconda puntata della serie TV "The young artisan" - La consapevolezza


Rodolfo decide allora di intervenire, paventando di chiamare la polizia, facendo così allontanare i giovani. Il ragazzo si chiama Matteo, ha 17 anni ed è quotidianamente vittima di bullismo, tanto che ha scelto di non frequentare più la scuola. Rodolfo si rassicura delle sue condizioni di salute, portandolo con sè all'interno della bottega e porgendogli un bicchiere d'acqua.
In particolare, Matteo è attratto da un vaso in ceramica riposto su uno scaffale. Rodolfo gli domanda la ragione di questo particolare interesse e Matteo risponde che quel vaso gli riporta alla memoria lo stesso vaso in cui sua nonna era solita riporre le rose che raccoglieva nel giardino che si trovava sotto casa.
Racconta, inoltre, che l'attività dell'artigiano ha sempre esercitato grande fascino su di lui e che questa viene spesso sottovalutata.
Il ragazzo scoppia in lacrime, ripensando a quanto accaduto pochi minuti prima del suo incontro con Rodolfo, il quale gli permette di realizzare un vaso al tornio.
Matteo si dimostra sin da subito particolarmente abile e Rodolfo percepisce in lui un enorme potenziale. Tra i due vi è immediatamente uno sguardo di intesa, destinato a cambiare per sempre  la vita di entrambi...



  • Terza puntata della serie TV "The young artisan" - La scelta

Rodolfo si avvicina a Matteo, riferendogli di non aver mai visto, nel corso di tutta la sua vita, un ragazzo così abile nella lavorazione al tornio. Matteo è sorpreso da queste parole e, nostalgicamente, accarezza la sua prima creazione, plasmata con grande amore, quasi si trattasse di una nuova vita.  Il ragazzo comprende che non può abbandonare la scuola, i suoi genitori non glielo permetterebbero, deve ancora completare il suo percorso di studi.
Nel mentre, una signora si affaccia all'interno della bottega rimasta aperta, rimarcando la bellezza della creazione di Matteo, elogiandola. Lo stesso farà un altro signore subito dopo, e subito dopo un altro...
Rodolfo ha un'idea : Matteo potrebbe raggiungerlo ogni pomeriggio nella sua bottega, al termine delle lezioni. Non potrebbe, soprattutto in queste condizioni, garantirgli uno stipendio, ma sarebbe di certo un buon inizio. Matteo accetta entusiasta la proposta di Rodolfo, accennando un abbraccio, per poi ritrarsi...
In questo modo Matteo collaborerà alle attività dell'impresa per molti mesi, coniugando scuola e lavoro pomeridiano. Le sue doti eccezionali migliorano di giorno in giorno, facendosi presto riconoscere per i suoi prodotti in tutta la città di Torino, tanto da attirare l'attenzione di un facoltoso acquirente, che raggiunge la bottega di Rodolfo per un accordo. Ha infatti intenzione di finanziare l'attività del giovane artigiano, acquistando e rivendendo successivamente i prodotti da lui realizzati.
Grazie al denaro guadagnato, Rodolfo ha la possibilità di assumere nuovamente tutti i suoi dipendenti e di garantire un futuro radioso al giovane.


sabato 30 maggio 2020

La musica come artigianato

Molto spesso è accaduto che i musicisti componessero i loro brani per guadagnare; così facendo, il compositore  diventava artigiano e commerciante.

Ad esempio, Friedrich Handel, compositore tedesco naturalizzato inglese del periodo barocco, che trascorse la maggior parte della sua carriera a Londra, riutilizzò opere sue e di altri compositori firmandole come proprie. Questo espediente permetteva agli artisti di risparmiare tempo rispetto alla composizione di un nuovo brano, guadagnando due volte su una stessa creazione,  e di avvicinarsi al pubblico in modo da ottenere ingaggi di successo per le successive stagioni.


Georg Friedrich Handel


Da un’analisi più attenta comprendiamo che questi “prestiti” da opere preesistenti potevano essere di diverso tipo:  poteva trattarsi di testo e musica uguali, quindi una copia esatta, oppure di musica già conosciuta ma adattata al testo oppure anche di una rielaborazione della melodia su temi già proposti.
Un significativo esempio di questo aspetto artigianale del compositore lo troviamo analizzando il dramma per musica in tre atti Giustino di Antonio Vivaldi.

Dal documento possiamo notare che la scena quinta del primo atto è aperta dal "suon d’allegra sinfonia" ; quest’ultima è un breve brano strumentale riciclato con modifiche dal primo tempo del concerto La Primavera.

Un altro esempio, risalente a un periodo tra il 1888 ed il 1894, può essere la Sinfonia n. 1 in Re maggiore di Gustav Mahler, compositore e direttore d'orchestra austriaco del periodo tardo-romantico. Nel terzo tempo, infatti, possiamo notare il riciclo quasi parodistico del tema del canone Frère Jacques, trasportato nella tonalità minore in modo da garantirgli l’atmosfera di marcia funebre.

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venerdì 29 maggio 2020

Le implicazioni etiche dell'arredamento - Step #21

Ragionare intorno al tema dell'etica è di importanza fondamentale, soprattutto al giorno d'oggi, quando la linea di demarcazione tra una scelta corretta ed una sbagliata è divenuta sempre più labile.

Nell'ambito dell'artigianato, in particolare, il mondo dell'arredamento merita di essere sottoposto ad una attenta rivalutazione etica. Ad esempio, una pelle di pecora utilizzata per riscaldare i nostri freddi inverni e rendere più bello il nostro divano può ritenersi un acquisto giusto
Quasi sicuramente no, sia per un risvolto animalista, sia ambientale a causa della concia (quasi sempre) chimica, sia per una questione salutista perché le sostanze usate potrebbero essere rilasciate e inalate :


Fodera in pelle di pecora



Circa tre anni fa, visitando una nota fiera dell'arredamento, ho visto un banchetto posizionato in un angolo defilato rispetto a tutti gli altri stand. Ho iniziato a discutere con la signora che vendeva alcune fodere in pelle di pecora, chiedendole come mai non avesse più le coperte degli anni passati e lei ha risposto che preferiva puntare su prodotti più facili da vendere.

Da una parte, quella era l’occasione per acquistare la pelle di un animale adulto lavorata senza chimica e quella pecora avrà per certo fatto parte di un ecosistema naturale, dove esistono un pascolo e un’agricoltura non intensiva che rispetta l’equilibrio ambientale.
Infine, so che non avrei acquistato un prodotto proveniente da paesi che non hanno regole a favore dell’ecologia.

D'altra parte, in questo modo avrei portato a casa la "carcassa" di un animale privato della sua libertà per diventare oggetto di arredamento, atto eticamente deprecabile.

In conclusione, ho acquistato la pelle di pecora. Con la consapevolezza che è difficile scegliere di essere eticamente corretti in questo mondo contraddittorio. Credo che la cosa migliore sia essere onesti: l’onestà di ritenersi eticamente scorretti più o meno sempre, in quanto con il nostro sistema di vita abbiamo danneggiato il mondo intero.

Credo però in soluzioni che alterano meno possibile gli equilibri ambientali come l’artigianato, il Made in Italy che controlla le sostanze immesse sul mercato, la microeconomia e l’industria che rispetta le regole a favore dell’ecologia, perché fortunatamente anche questa esiste ancora.


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mercoledì 27 maggio 2020

L'artigianato ed il valore del ricordo - Step #20

Il tema dell'artigianato fa capolino anche in una delle più celebri opere realizzate da Giacomo Leopardi : lo Zibaldone,  il diario personale che raccoglie una enorme quantità di appunti, riflessioni e aforismi, scritti tra il 1817 e il 1832.

Infatti, tra queste pagine è possibile scorgere il tema fondamentale della ricordanza (o rimembranza), il ricordo rivissuto, in grado di proiettare l'animo in una dimensione del passato ancor viva. A livello artistico, la rimembranza può connotare luoghi e situazioni con la visone immaginosa propria della fanciullezza.


Copertina dello "Zibaldone" leopardiano

Come riportato nel diario del poeta recanatese :

"Per la copia e la vivezza delle rimembranze sono piacevolissime e poeticissime tutte le immagini che tengono del fanciullesco, e tutto ciò che ce le desta. Nel che tengono il primo luogo gli antichi poeti, e fra questi Omero. Siccome le impressioni, così le ricordanze della fanciullezza in qualunque età, sono più vive che quelle di qualunque altra età...
E per la stessa ragione ci è piacevole nella vita anche la ricordanza dolorosa, e quando bene la cagion del dolore non sia passata, e quando pure la ricordanza lo cagioni o l'accresca, come nella morte de' nostri cari, il ricordarsi del passato.

(Zibaldone, 25 ottobre 1821)


La dimensione del ricordo risulta essenziale, poichè genera una tensione emozionale tra presente e passato, che risulta indispensabile per scavalcare tramite il sentimento il dato scarno della ragione.
L'artigianato non rappresenta forse il tentativo di conservare la memoria del nostro passato mediante la creazione di oggetti in grado di testimoniare il passaggio dell'uomo sulla Terra ?

L’artigianato è memoria di ciò che si è, delle abilità apprese nei secoli e trasmesse di padre in figlio,  da un tempo lontano fino ad oggi.

Vaso di ceramica



Osservando un comune vaso in ceramica, chiunque potrebbe riportare alla propria mente immagini ed emozioni di un passato oramai remoto : l'immagine di una nonna intenta a riporvi le rose appena raccolte, quella di un vasaio occupato nella sua lavorazione al tornio o il decoratore che ha realizzato i disegni sulla superficie...

In conclusione,  ogni oggetto che ci circonda, frutto della grande sapienza artigiana, è latore di un ricordo "rinchiuso" nella nostra memoria che, in questo modo, è in grado di riemergere e di donarci gioia.


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martedì 26 maggio 2020

Il binomio tecnica - artigianato - Step #18

Il tema della tecnica (di cui l'artigianato rappresenta uno dei modi di espressione della stessa) ha sempre interessato il mondo della filosofia, soprattutto quella contemporanea .
In particolare, il filosofo tedesco Martin Heidegger, vissuto nel XX secolo, riconobbe il ruolo che la tecnologia gioca nel plasmare il modo di stare al mondo dell’essere umano.

Martin Heidegger



Secondo il filosofo, per accedere all'essenza vera e propria della tecnica, non possiamo limitarci a considerare i singoli strumenti tecnologici, di cui si serve quotidianamente l'artigiano, ma è necessario accostarsi alla questione con un nuovo spirito critico. Heidegger inizia con il chiedersi quale sia l’essenza della tecnica, affermando :

"La tecnica non si identifica con l’essenza della tecnica. Non possiamo quindi esperire veramente il nostro rapporto con l’essenza della tecnica finché ci limitiamo a rappresentarci la tecnicità e a praticarla. L’essenza della tecnica non ha nulla a che vedere con lo strumento."

Secondo Heidegger, la tecnica si può definire come un modello di conoscenza, una particolare modalità di rivelazione. Ma essa non è solo una modalità del conoscere, ma un vero e proprio modo di stare al mondo. La capacità di plasmare il reale è quindi requisito fondamentale.


Artigiano che lavora un vaso al tornio

La tecnica consiste quindi nella precisa modalità con cui il raziocinio umano oggettiva tanto gli enti, quanto l’essere, al fine di manipolare entrambi secondo l’orizzonte dello sfruttamento. Non coincidendo con i prodotti sperimentali delle scienze, l’essenza della tecnica si avvicina così pericolosamente al nichilismo

Queste osservazioni convergono finalmente in una presa d’atto essenziale: la tecnica può essere, contemporaneamente, sia un modo del disvelamento della verità dell’Essere, sia il totale annichilimento del senso che l’Essere stesso è in quanto Verità. Attraverso la propria attività, ogni artigiano diviene protagonista del disvelamento della verità ed, al contempo, della sua distruzione.
L'artigiano deve assumersi definitivamente la responsabilità delle sue scelte, consapevole della dilaniante tensione tra le due.


Per saperne di più in merito :







lunedì 25 maggio 2020

Dalla bottega al design hi-tech: l'utopia dell'artigianato - Step #19

Lavoriamo di immaginazione (forse non troppa) e proviamo a prospettare, in chiave puramente utopistica, il futuro del mondo dell'artigianato. Che cosa potremmo vedere ? L'artigianato di questo ipotetico futuro sarebbe davvero tanto diverso da quello attuale ?

Questo argomento è stato analizzato approfonditamente, nei termini dei limiti dello sviluppo, nel post che troverete qui: https://f272782.blogspot.com/2020/05/i-limiti-dello-sviluppo-step-15.html.

In una realtà dominata dall'utopia e dal sogno, potremmo assistere ad una radicale mutamento del ruolo dell'artigiano, non più semplice lavoratore di bottega, ma vero e proprio “maker" (termine inglese che significa "creatore"), una nuova figura di artigiano digitale che combina il fare manuale con le tecnologie più moderne. Attribuire un valore differente alle competenze artigiane è una delle scommesse per il futuro dell’economia, sostenuta da Stefano Micelli, docente di economia presso l'università Ca’ Foscari di Venezia, all'interno del suo libro "Futuro artigiano".



Copertina del libro "Futuro artigiano" di Stefano Micelli




Produrre, riparare e riciclare oggetti è parte della filosofia degli artigiani del futuro. L’artigiano innova dunque attraverso gli strumenti del suo lavoro, nuovi materiali e modi di lavorare. Il suo lavoro non è più quello custodire acriticamente il passato, ma sapersi rinnovare e accettare le sfide delle moderne tecnologie.

La strada da percorrere verso questo traguardo è ancora piuttosto lunga, ma progetti sperimentali in atto confermano che l’evoluzione del saper fare tradizionale attraverso gli strumenti tecnologici contemporanei è una strategia che può declinarsi in più modi.

Se si considera il rapporto di collaborazione tra designer e artigiani in una realtà utopistica, l’apporto dei professionisti della comunicazione darebbe un incredibile impulso al rinnovamento dei prodotti ed ai modi di vendere, facendo acquisire sempre più visibilità alle creazioni artigianali. Un esempio lampante è quello della giovane azienda Hands on design, che lavora con artigiani e designer italiani e giapponesi.


Smart handicraft - Ricarica cellulare


Il sogno di questa impresa, promotrice dello sviluppo dell'artigianato nel mondo, è creare bellezza costruendo un ponte tra design e alto artigianato, realizzando una serie di oggetti senza tempo. Con l'evoluzione delle nuove tecnologie, sarà infatti possibile produrre oggetti in grado di resistere ai secoli senza deteriorarsi.

Un esempio è quello riportato nell'immagine sopra, dove si può scorgere uno smart handicraft, cioè oggetti ibridi che integrano elementi tecnologici, intelligenti, costruiti con materiali durevoli e riciclati. Si tratta in particolare di un ricarica - cellulare.
Quando riapriremo gli occhi, sarà davvero così ?


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sabato 23 maggio 2020

L'artigianato come strumento di memoria

I mestieri tradizionali, quelli realizzati con le mani, che non si apprendono all’università ma si tramandano di padre in figlio e non passano mai di moda. E pensare che non abbiano più futuro è dunque un errore magistrale.
E' fondamentale valorizzare queste attività al fine di preservare la memoria del nostro passato. L’economia italiana è caratterizzata, infatti, anche da artigiani , piccoli o grandi, che producono ricchezza grazie alla sapienza di un’arte che ha reso grandi i manufatti del Bel Paese in tutto il globo.


 Walter Benjamin


La stessa memoria che riveste un ruolo di primo piano nella produzione di Walter Benjamin, scrittore e filosofo tedesco. il quale nella sua opera giovanile "Matière et mèmoire" (visitare la bibliografia per maggiori dettagli), giunge ad affermare :

"L'esperienza non consiste tanto di singoli eventi esattamente fissati nel ricordo, quanto di dati accumulati, spesso inconsapevoli, che confluiscono nella memoria."

Si crea, dunque, un forte legame tra Erlebnis ("l'esperienza vissuta") ed il ricordo. Il vero ricordo risiede, a detta dell'autore, in un oggetto materiale e nell'aura che lo avvolge interamente.


Tuttavia, da una parte vi sono le imprese artigiane che continuano la loro attività come una volta, in maniera del tutto tradizionale, e dall'altra quelle che hanno una forte componente digitale e che cercano di cavalcare l’onda dell’innovazione senza dimenticare mai le proprie radici.


Le "radici" dell'Italia


Un altro tratto distintivo del settore dell'artigianato è il forte legame con il territorio. La componente locale e provinciale è infatti molto importante: è da questa che acquisiscono personalità che contribuisce a dare alla produzione identità, valore e qualità.
Il fattore territoriale, inoltre, è il mezzo attraverso il quale gli artigiani riescono a raggiungere gli utenti in maniera diretta e semplice.


La sfida, dunque, è una sola: continuare a fare, a puntare sulla qualità e sui progetti originali e innovativi, pur mantenendo ancora, proprio come affermava Benjamin, la memoria di ciò che siamo stati.


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giovedì 21 maggio 2020

Le parole dei grandi...

"Per favore: coraggio!. Non significa: pazienza, rassegnatevi. Ma al contrario, significa: osate, siate coraggiosi, andate avanti, siate creativi, siate artigiani tutti i giorni, artigiani del futuro!"


Papa Francesco


Per leggere interamente le sue parole :

https://www.mondofrasi.com/coraggio/per-favore-coraggio-non-significa-pazienza-12730

mercoledì 20 maggio 2020

Archimede Pitagorico e l'idea di ingegno

Archimede Pitagorico è un personaggio immaginario dei fumetti e dei cartoni animati della Disney creato nel 1951; esordì nel 1952 sul n. 140 della testata Walt Disney's "Comics and Stories" e da allora è apparso in migliaia di fumetti realizzati in vari paesi del globo.


Archimede Pitagorico


Il personaggio viene rappresentato come un grosso pollo antropomorfo, alto e con capigliatura castana, grande inventore pressoché a tutto campo. Razzi spaziali, nasi elettronici per cercare tesori, dischi volanti : queste ed altre ancora sono solamente alcune delle invenzioni che Archimede realizza nel suo laboratorio.

Egli vive in modo assai sobrio nella sua casa adibita a laboratorio; non è interessato al denaro, ma solo e unicamente alla ricerca e alle scoperte scientifiche oltre ad essere animato da un forte sentimento morale arrivando talvolta a rifiutarsi di accondiscendere a qualche richiesta spregiudicata di Paperon de' Paperoni.



Copertina del fumetto di Archimede Pitagorico


Questo personaggio rappresenta dunque la "personificazione" animata dell'ingegno e della capacità di affrontare la vita con arguzia e volontà di plasmare la realtà, appassionando con la sua simpatia generazioni di giovani lettori :




Per saperne di più :



L'importanza della mano

L'attuale società post-moderna è caratterizzata da un'economia fondata sulle abilità tecniche, ma in quale maniera si definisce appieno il costrutto di abilità ?

Sfogliando un comune vocabolario, è possibile pervenire a questa definizione di "abilità" :
la capacità pratica ottenuta con l'esercizio che, nel senso più diffuso, viene spesso contrapposta all'ispirazione ed all'illuminazione improvvisa.
La fascinazione attualmente esercitata sull'immaginario collettivo deriva dalla solida convinzione che il talento naturale possa via via prendere il posto dell'esercizio. L'abilità tecnica, quanto più progredisce, tanto più viene così rivolta agli aspetti prettamente problematici dell'attività.

Immagine della mano umana


Si giunge dunque ad una piena rivalutazione della mano : l’atto dell’afferrare qualcosa sottintende, sul piano fisico ed ideologica, il protendersi verso di essa. La mano prima di toccare la superficie dell’oggetto assumerà una forma concava, adatta a contenerlo e ad accoglierlo. 
La funzione della prensione conferisce struttura non solamente all'azione fisica, ma anche alla comprensione mentale, come qui riportato :


La mano, spesso sottovalutata, riveste un ruolo fondamentale nella nostra società, quale principale strumento per modellare la realtà che ci circonda. Soprattutto oggi, all'epoca del Covid-19, le mani sono divenute straordinari vettori della diffusione del virus. Dobbiamo averne cura assoluta, poichè da esse dipende il futuro della nostra sopravvivenza.
Per saperne di più : 




Il valore dell'abilità durante l'Illuminismo

La relazione tra l'Illuminismo e la cultura materiale è da rintracciare nei concetti-chiave di progresso e miglioramento : l'uomo aveva il potere di accrescere il controllo sulle proprie condizioni materiali in virtù delle sue abilità.

L’Encyclopédie di Diderot, una vera e propria "bibbia" sul lavoro tecnico pubblicata dal 1751 al 1772, celebrava le persone dedite a svolgere bene un lavoro come fine in sé e l’artigiano fu assunto come emblema della concezione illuminista. In che senso l’Encyclopédie proclamava che il lavoro dell’artigiano costituiva un’icona dell’Illuminismo? L’opera poneva sullo stesso piano di dignità le arti liberali e le arti meccaniche, riportando il lavoratore manuale alla stessa dignità dell’artigiano della Grecia arcaica. L’opera riflette molto intorno ai concetti di utilità e inutilità. Per Diderot la noia era il più corrosivo dei sentimenti umani e celebrava così la vitalità più che le sofferenze del lavoratore manuale, perché ne emergesse una condizione meritevole di ammirazione più che di semplice compassione e talvolta di odio.

"Encyclopedie" di Diderot


Il lavoro ben fatto, nelle riflessioni di numerosi filosofi illuministi, si collocava nell'intersezione tra pratica e talento. Il perseguimento della qualità, motivazione fondante dell'artigiano, è a sua volta una questione di azione e di limite all'azione.
Sorge spontanea una domanda : la macchina si sarebbe rivelata un potere al quale sottomettersi ?

Diderot risponde riconoscendo il più fondamentale dei limiti umani: l'assenza di un linguaggio volto ad abbracciare il corpo umano, in particolare il corpo dell’artigiano intento al lavoro.
 Nè il lavoratore, né l’analista del lavoro possono realmente descrivere e spiegare ciò che avviene nell'atto dell'opera. Il limite risiede proprio nel talento.
Diderot giunse inoltre ad una lapidaria conclusione : quest'ultimo, impegnandosi in prima persona in attività di artigianato, scoprì che non era in grado di comprendere intellettualmente ciò che non era capace di svolgere bene nella pratica.



Denis Diderot


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sabato 16 maggio 2020

L'abbecedario - Step #17


Ecco qui l'abbecedario completo dei termini inerenti al tema del mio blog :

  • A : Amore
  • B : Bottega
  • C : Corporazione
  • D : Design
  • E : Emozione
  • F : Fabbro
  • G : Grezzo
  • H : Hobby 
  • I : Impresa
  • L : Lavoro
  • M : Manualità
  • N : Niello
  • O : Ornamento 
  • P : Progetto
  • Q : Qualità
  • R : Risorsa
  • S : Scultura
  • T : Tornio
  • U : Utensile
  • V : Valore
  • Z : Zelo

venerdì 15 maggio 2020

L'Uomo-artigiano : la qualità al servizio dei secoli

Richard Sennett (Chicago, 1º gennaio 1943) è un sociologo, critico letterario e scrittore statunitense che si è occupato soprattutto dei temi della teoria della socialità, del lavoro e degli effetti sull'individuo della convivenza nel mondo moderno soggetto ad una progressiva urbanizzazione.

Richard Sennet


Tra le sue opere principali ricordiamo il celebre "L'uomo artigiano", al cui interno viene posta in risalto l'importanza di saper fare bene le cose per il proprio piacere. Questa regola di vita semplice ha consentito lo sviluppo di tecniche raffinate e la nascita della conoscenza scientifica moderna. Fabbri, orafi, liutai erano in grado di unire la conoscenza materiale e le abilità manuale: mente e mano funzionavano rinforzandosi, l'una insegnava all'altra e viceversa. Ma non è il solo lavoro manuale a giovarsi di questa potente sinergia. Perché chi sa governare se stesso e dosare autonomia, sostiene lo scrittore, non soltanto saprà costruire un meraviglioso violino, ma sarà anche un cittadino giusto.


Copertina del libro "Uomo artigiano"

L'uomo artigiano si propone di raccontare di ingegneri romani e orafi rinascimentali, di tipografi parigini del Settecento e fabbriche della Londra industriale, un percorso storico attraverso cui Sennett ricostruisce le linee di faglia che separano arte e artigianato, creazione e applicazione.

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giovedì 14 maggio 2020

Un sostegno all'artigianato artistico

Il Tavolo Nazionale, costituito dai soggetti sostenitori della Carta Internazionale dell’Artigianato artistico, ha lanciato un appello ai decisori politici al fine di chiedere di sostenere con urgenza l’artigianato artistico, un importantissimo patrimonio culturale ed economico che oggi è fortemente a rischio.



La Carta Internazionale dell’Artigianato artistico è un documento programmatico redatto nel 2010 a livello nazionale e internazionale proprio per tutelare, promuovere e valorizzare il settore dell’artigianato artistico e tradizionale: i soggetti promotori che per primi hanno voluto il documento sono stati, tra gli altri, Confartigianato Artistico, Cna e Ateliers d’Art de France, con il supporto tecnico e organizzativo di Artex, Centro per l’Artigianato artistico della Toscana. Ad oggi la Carta conta 59 tra promotori e sostenitori. Questo settore rappresenta un patrimonio immenso, che ha contribuito alla definizione del Made in Italy e dell’immagine dell’Italia nel mondo, e che adesso si trova in una situazione di estrema fragilità a causa delle conseguenze terribili del lockdown imposto per fronteggiare l’epidemia di Covid-19.

“Dopo una discussione di argomenti condivisi – spiega Antonio Colì, Presidente di Confartigianato Artistico –  siamo giunti alla definizione di un programma di lavoro che sostiene e rivitalizza l’Artigianato Artistico italiano. Il saper fare degli artigiani, attraverso operazioni mirate, concrete e condivise, sarà la nuova linfa che alimenterà quel gusto sopraffino e ricercato che soltanto gli imprenditori artigiani riescono a far percepire al consumatore e a rendere l’Italia una nazione ricca di cultura che nessun altro Paese è in grado di vantare”.

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mercoledì 13 maggio 2020

John Ruskin testimonial - Step #16

Nell'ambito del blog, quale personaggio storico può assumere meglio il ruolo di vero e proprio rappresentante della realtà dell'artigianato se non John Ruskin, scrittore, pittore e critico d'arte britannico vissuto nel XIX secolo ?

Egli, infatti, divenne uno dei maggiori portavoce della necessità di rivalutare il ruolo dell'artigianato  nei confronti della progressiva industrializzazione e della produzione in serie, che avevano determinato l'abbassamento dei costi, ma anche un generale scadimento del gusto estetico.

Ruskin, nel corso della propria opera, estese e qualificò notevolmente il concetto di “arte”, in una nuova accezione, che includeva ora tutti gli oggetti prodotti dall'uomo, inserendo nella categoria anche quelli puramente manifatturieri.
Cancellò quindi la differenza tra artista e artigiano, espandendo questo caposaldo all'intera cultura materiale.

John Ruskin

Egli sosteneva che, oltre a conservare gli oggetti materiali e tangibili, era necessario conservare anche le qualità morali che gli oggetti comprendevano come segno del passaggio dell'uomo sulla terra. L'essere umano, a detto dello stesso Ruskin, ha lasciato un segno dei suoi valori ed un messaggio di civilizzazione a tutte le generazioni future. Da qui discende l'importanza dell'artigianato, che deve essere valorizzato al fine di garantire la memoria delle tradizioni e degli usi degli uomini, in quanto prova della sua esistenza.

Per maggiori informazioni al riguardo :







Artigianato e automazione : un accordo per il futuro - Step #15

Che cosa attende il mondo dell'artigianato nei prossimi 40 anni ? Si potrà davvero parlare di una realtà manifatturiera ? Risulta molto complesso elaborare una risposta soddisfacente alla questione, ma è di certo possibile compiere alcune previsioni in merito.

Il Rapporto sui limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III.
In esso, sulla base di una simulazione svolta al computer World3, vengono predette le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla sopravvivenza della specie umana. A causa dell'evoluzione delle nuove tecnologie, gran parte dei mestieri attuali sarà soggetta a drastici mutamenti, con il crescente dominio dell'automazione a danno della manodopera umana.

Soprattutto nel settore alimentare e dell’abbigliamento è opinione diffusa che la qualità del prodotto fatto a mano sia nettamente superiore rispetto a quello realizzato in serie, in termini di bellezza, creatività, design ed eleganza.
D'altra parte, il prodotto industriale viene realizzato in tempi minori ed in quantità maggiori. E il beneficio per il cliente si traduce in prezzi più accessibili. Grazie alle macchine automatiche, si possono riprodurre in serie i livelli qualitativi di molti prodotti artigianali, fornendo un raccordo indispensabile con le incessanti le richieste del mercato moderno, rendendolo preferibile alla produzione umana. Ma è realmente necessario che uno prevalga sull'altro ?

Immagine simbolica del rapporto uomo - tecnologia


E' possibile trovare un accordo che permette la "convivenza" della manodopera umana e le nuove tecnologie : gli “artigiani digitali”.

L’artigianato in Italia ha vissuto un momento di forte crisi negli ultimi anni dettato principalmente dall’abbattimento dei costi e dalla mancanza di risorse umane.
I nuovi artigiani digitali si occupano di tutto : delle produzioni di tipo ingegneristico, alla più convenzionale lavorazione dei metalli e del legno.
Siamo quindi di fronte ad una totale ridefinizione del lavoro industriale e dei servizi, con una convergenza tra artigiani e grandi imprese.

 Il mondo del digitale permette di aprire la catena del valore industriale al mondo dei Maker (così come vengono chiamati) grazie alla sempre maggiore ‘sartorialità’ delle produzioni. Stiamo andando incontro a un futuro in cui il lavoro sarà caratterizzato dall'artigianalizzazione più spinta dell’opera del lavoratore industriale. Questa partita, giocata dentro i nuovi ecosistemi intelligenti, consentirà allora di unire la domanda di identità delle tradizioni artigianali con la progettazione dell’innovazione.

Per saperne di più :


martedì 12 maggio 2020

Da CD a gioielli : l'artigianato eco-friendly

Come si sa, i CD sono piuttosto difficili da riciclare, per via della loro composizione :  sono costituiti al 90 % di policarbonato, un foglio di alluminio e altri materiali. Il policarbonato sarebbe facilmente riciclabile, ma la loro composizione a sandwich rende questi materiali difficilmente separabili gli uni dagli altri.

Ilaria Toscano è una giovane Graphic Designer e fotografa professionista.  Ha molto a cuore il suo progetto, riguardante la creazione di gioielli da materiale da riciclo. Il suo obiettivo è quello di far innamorare dei dettagli colorati intrinsechi delle sue creazioni (dal nome Chase the Rainbow) e sensibilizzare al contempo le persone verso un mondo plastic-free.



Logo del riciclaggio

I CD che abbiamo posseduto meritano una seconda possibilità, prima di essere gettati. 
Questo è il piccolo contributo al riutilizzo di quella plastica indesiderata, poichè il CD-ROM è un materiale che finisce nella raccolta indifferenziata e non nel contenitore della Plastica, proprio perchè il policarbonato è altresì altamente riciclabile, ma in Italia non sappiamo come gestirlo e così finisce semplicemente nell'indifferenziato. 

Un altro modo per contribuire ad un futuro migliore passa anche attraverso il riciclo di semplici CD !

venerdì 8 maggio 2020

Il giro d'Italia a dorso di un mulo - Step #14

Un viaggio di ben 2.500 chilometri per salvare le tradizioni d’Italia e quegli antichi lavori familiari ai più anziani e sconosciuti per i più giovani: come il fabbro di bottega, il bracciante e l’allevatore.

“Incontrerò personalmente questi professionisti dell’artigianato, regione dopo regione, dalla Sicilia al Piemonte”, precisa Francesco Paolo Lanzino, 26 anni, che il 29 marzo sarebbe dovuto salire in sella alla sua mula per lasciare i monti palermitani per 6 mesi on the road su e giù per l’Italia. Lo scopo del viaggio è chiaro: “Da chi difende ancora gli antichi mestieri riceverò una testimonianza della cultura non scritta che non deve scomparire ma deve essere riscoperta all’interno di un contesto moderno”.

Questo progetto, nato già nel 2016, diverrà un film-documentario “capace di dare risalto a una realtà dimenticata, a un’Italia rurale, raccogliendo le testimonianze dei protagonisti di quel mondo prima che vadano perdute per sempre”, aggiunge il giovane Francesco.


La locandina del progetto

Francesco ha in mente l’esempio di Gratteri, un piccolo paesino sulle Madonie poco fuori Palermo e famoso per l’antica tradizione dei telai. In passato tramandata di generazione in generazione, ma che oggi si è persa del tutto: “I telai sono appesi alle pareti. Ora nessuno non solo non li usa, ma non è neanche più in grado di montarli. Se si perdono queste tradizioni, per rimparare la tecnica ci vorranno anni”. Da qui nasce la sua sfida al mondo di oggi, vissuto davanti al computer.

“I giovani – aggiunge Francesco – piuttosto preferiscono rimanere disoccupati che avvicinarsi a mestieri come quello dell’allevatore o dell’agricoltore. Lo vedo quando d’estate vado a lavorare nei campi. Perché oggi un’esperienza all’estero vince sempre su una nei campi”. Eppure cresce l’esigenza di una società più green, “esattamente come quella di qualche anno fa”.


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Il Dio Khnum : l'artigiano della vita

Il Dio Khnum che forgia la vita
Il Dio Khnum viene spesso descritto come il creatore della vita. Egli è un dio-ariete che plasma gli dei, gli uomini, gli uccelli, i pesci e il bestiame con l'argilla prima di infondere alle sue creature il soffio vitale.

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mercoledì 6 maggio 2020

L'ingegneria del tornio - Step #13

Come riporta il titolo stesso di questo blog, il legame tra il mondo dell'artigianato e quello dell'ingegneria è molto più stretto di quanto si possa comunemente credere. A riprova di questo, il tornio  può essere considerato l'elemento di congiunzione tra queste realtà apparentemente distanti.

Tornio risalente al 1918

La struttura di base di un tornio per la lavorazione dei metalli è generalmente la seguente: un complesso formato da un motore elettrico che trasmette il moto di rotazione ad un elemento circolare sul quale è posto un mandrino.

Analizziamo questo strumento da un punto di vista ingegneristico :

Il mandrino non è altro che un dispositivo meccanico che tiene fermo o trascina qualsiasi pezzo in lavorazione, che svolta in più modi. Ad esempio, se il rapporto tra lunghezza e diametro del pezzo è inferiore a 1 si esegue la lavorazione a sbalzo, cioè usando le ganasce del mandrino e la flessione massima che si ha nel capo opposto è pari  a :



{\displaystyle f={\dfrac {1}{3}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}


Dove  è la forza perpendicolare al pezzo in rotazione,  il modulo elastico del materiale e  il momento d'inerzia rispetto all'asse. Invece, se :

 {\displaystyle 1\leq {\dfrac {L}{D}}\leq 5}


si effettua la lavorazione aggiungendo una punta nel capo opposto al mandrino e la flessione massima si ha che :


{\displaystyle f\approx {\dfrac {1}{107}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}

Nell'ultimo caso, se si ha che:

 {\displaystyle {\dfrac {L}{D}}\geq 5}

il pezzo viene montato tra la punta e quella opposta, così che la flessione massima è pari a :




{\displaystyle f={\dfrac {1}{48}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}


Oltre al mandrino, vi sono un rigido bancale provvisto di due guide parallele sulle quali scorrono un carrello su cui è montata la torretta portautensile e un sostegno da contropunta che ha la funzione di sorreggere il pezzo in lavorazione.

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