Visualizzazione post con etichetta filosofia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta filosofia. Mostra tutti i post

martedì 26 maggio 2020

Il binomio tecnica - artigianato - Step #18

Il tema della tecnica (di cui l'artigianato rappresenta uno dei modi di espressione della stessa) ha sempre interessato il mondo della filosofia, soprattutto quella contemporanea .
In particolare, il filosofo tedesco Martin Heidegger, vissuto nel XX secolo, riconobbe il ruolo che la tecnologia gioca nel plasmare il modo di stare al mondo dell’essere umano.

Martin Heidegger



Secondo il filosofo, per accedere all'essenza vera e propria della tecnica, non possiamo limitarci a considerare i singoli strumenti tecnologici, di cui si serve quotidianamente l'artigiano, ma è necessario accostarsi alla questione con un nuovo spirito critico. Heidegger inizia con il chiedersi quale sia l’essenza della tecnica, affermando :

"La tecnica non si identifica con l’essenza della tecnica. Non possiamo quindi esperire veramente il nostro rapporto con l’essenza della tecnica finché ci limitiamo a rappresentarci la tecnicità e a praticarla. L’essenza della tecnica non ha nulla a che vedere con lo strumento."

Secondo Heidegger, la tecnica si può definire come un modello di conoscenza, una particolare modalità di rivelazione. Ma essa non è solo una modalità del conoscere, ma un vero e proprio modo di stare al mondo. La capacità di plasmare il reale è quindi requisito fondamentale.


Artigiano che lavora un vaso al tornio

La tecnica consiste quindi nella precisa modalità con cui il raziocinio umano oggettiva tanto gli enti, quanto l’essere, al fine di manipolare entrambi secondo l’orizzonte dello sfruttamento. Non coincidendo con i prodotti sperimentali delle scienze, l’essenza della tecnica si avvicina così pericolosamente al nichilismo

Queste osservazioni convergono finalmente in una presa d’atto essenziale: la tecnica può essere, contemporaneamente, sia un modo del disvelamento della verità dell’Essere, sia il totale annichilimento del senso che l’Essere stesso è in quanto Verità. Attraverso la propria attività, ogni artigiano diviene protagonista del disvelamento della verità ed, al contempo, della sua distruzione.
L'artigiano deve assumersi definitivamente la responsabilità delle sue scelte, consapevole della dilaniante tensione tra le due.


Per saperne di più in merito :







sabato 23 maggio 2020

L'artigianato come strumento di memoria

I mestieri tradizionali, quelli realizzati con le mani, che non si apprendono all’università ma si tramandano di padre in figlio e non passano mai di moda. E pensare che non abbiano più futuro è dunque un errore magistrale.
E' fondamentale valorizzare queste attività al fine di preservare la memoria del nostro passato. L’economia italiana è caratterizzata, infatti, anche da artigiani , piccoli o grandi, che producono ricchezza grazie alla sapienza di un’arte che ha reso grandi i manufatti del Bel Paese in tutto il globo.


 Walter Benjamin


La stessa memoria che riveste un ruolo di primo piano nella produzione di Walter Benjamin, scrittore e filosofo tedesco. il quale nella sua opera giovanile "Matière et mèmoire" (visitare la bibliografia per maggiori dettagli), giunge ad affermare :

"L'esperienza non consiste tanto di singoli eventi esattamente fissati nel ricordo, quanto di dati accumulati, spesso inconsapevoli, che confluiscono nella memoria."

Si crea, dunque, un forte legame tra Erlebnis ("l'esperienza vissuta") ed il ricordo. Il vero ricordo risiede, a detta dell'autore, in un oggetto materiale e nell'aura che lo avvolge interamente.


Tuttavia, da una parte vi sono le imprese artigiane che continuano la loro attività come una volta, in maniera del tutto tradizionale, e dall'altra quelle che hanno una forte componente digitale e che cercano di cavalcare l’onda dell’innovazione senza dimenticare mai le proprie radici.


Le "radici" dell'Italia


Un altro tratto distintivo del settore dell'artigianato è il forte legame con il territorio. La componente locale e provinciale è infatti molto importante: è da questa che acquisiscono personalità che contribuisce a dare alla produzione identità, valore e qualità.
Il fattore territoriale, inoltre, è il mezzo attraverso il quale gli artigiani riescono a raggiungere gli utenti in maniera diretta e semplice.


La sfida, dunque, è una sola: continuare a fare, a puntare sulla qualità e sui progetti originali e innovativi, pur mantenendo ancora, proprio come affermava Benjamin, la memoria di ciò che siamo stati.


Per saperne di più :


mercoledì 29 aprile 2020

L'artigianato di ieri... e di oggi - Step #12

 L’artigianato italiano moderno affonda le sue origini nel passato, soprattutto nel Medioevo, quando si registrò il grande sviluppo economico dei comuni. Gli artigiani che lavoravano la carta, i tessuti, i metalli, il legno, la ceramica si tramandarono per secoli i segreti del mestiere. Ancora oggi gli artigiani italiani sono in grado di produrre oggetti di altissima qualità, apprezzati ed esportati in tutto
 il mondo. Nel Medioevo, ogni artigiano aveva una propria bottega, possedeva gli strumenti del mestiere e si avvaleva dell’aiuto di uno o due lavoranti e di due o tre garzoni apprendisti. Il laboratorio non superava dunque il numero di sei o sette lavoratori al massimo. Ogni artigiano doveva essere iscritto a una corporazione, ossia un complesso di persone che, svolgendo una comune attività economica, si univano per la tutela degli interessi del proprio lavoro.

Rappresentazione su francobollo
Dopo la decadenza dell’impero romano l’arte vetraria rimase in vita nell’impero bizantino e nella civiltà araba, mentre in Europa riprese la sua importanza soltanto dopo il Mille, concentrandosi soprattutto a Venezia. I vetrai veneziani, influenzati dalle tecniche orientali, si trasferirono nel XIII secolo nella piccola isola di Murano per evitare la propagazione degli incendi che potevano nascere nei loro laboratori.

Murano, in particolare, divenne il maggiore centro vetrario del Medioevo e continuò la sua attività nei secoli seguenti, caratterizzati dalla finezza del vetro e dai colori vivaci.
Ancora oggi Murano è sede di laboratori vetrai i cui prodotti sono famosi in tutto il mondo:

Maestro vetraio


Per saperne di più :

https://it.wikipedia.org/wiki/Artigianato
https://it.wikipedia.org/wiki/Corporazioni_delle_arti_e_mestieri
http://www.tuttostoria.net/medio-evo.aspx?code=104

venerdì 10 aprile 2020

Il Demiurgo-Artigiano - Step #08

E' straordinario pensare a come l'essenza della parola-cardine di questo blog faccia la sua comparsa, sebbene "camuffata", in uno dei dialoghi platonici che ha maggiormente influito sull'intera storia della filosofia : vale a dire il Timeo, realizzato intorno al 360 a.C.

Al suo interno vengono dibattuti sostanzialmente tre problemi: quello cosmologico dell'origine dell'apeiron (il principio di tutte le cose), quello fisico della sua struttura, ed infine quello della natura iperuranica. A questi tre argomenti corrispondono altrettante parti in cui è possibile suddividere l'opera, alle quali si deve aggiungere il monologo.





Soffermandoci sul primo di questi tre macro-argomenti, ci si imbatte subito nel termine Demiurgo, ossia il "divino artefice", dotato di capacità creatrice e generatrice, introdotto da Platone per sciogliere il dualismo esistente tra il mondo delle idee e quello delle cose.

Il suo ruolo è quello di "plasmare", ordinare la materia preesistente, puro caos, ad immagine e somiglianza delle Idee. Forma quindi il tempo, immagine mobile dell'eternità, e gli astri, che altro non sono che gli dèi visibili.

Il cosmo forgiato dal Demiurgo rappresenta dunque un essere vivente ed è equiparato al prodotto di un atto puramente "artigianale".
Non a caso è possibile rintracciare riferimenti al termine "artigiano" nello stessa parola Demiurgo, derivante da : δημιουργός (dēmiurgòs, 'lavoratore pubblico'), composto di δήμιος (dèmios, 'del popolo') ed ἔργον (èrgon, 'lavoro', 'opera').

Riporto ora un passo, tratto da una copia del Timeo, in cui quanto appena illustrato trova la sua esplicazione :

Passo tratto dal Timeo





Fonti di riferimento :

https://it.wikipedia.org/wiki/Demiurgo
https://it.wikipedia.org/wiki/Timeo_(dialogo)
http://www.treccani.it/enciclopedia/timeo/








domenica 22 marzo 2020

Homo faber fortunae suae

Sin dalla notte dei tempi, caratteristica peculiare dell'uomo è quella del fare. Già Anassagora (496 a.C - 428 a.C.), celebre fisico pluralista, scrisse in un suo frammento :
                                   
                                         "L'uomo è intelligente perchè ha le mani".

Il filosofo mette in luce il fatto che l'uomo è l'unico tra gli esseri viventi dotato di mani. Viene dunque riportato il valore della tecnica, con la quale l'uomo è in grado di modellare la realtà e le cose a proprio piacimento. L'importanza dell'artigianato risiede proprio in questo : con il "fare" l'essere umano è il solo a piegare la realtà ai propri interessi.

Analizziamo ora la locuzione sopra riportata, "Homo Faber", per prima utilizzata da Appio Claudio Cieco nelle sue Sententiae. Questa massima sottolinea la possibilità di poter guidare autonomamente il proprio destino. Faber, infatti, è un termine tecnico che significa "artigiano, fabbro", rimando chiaro alla capacità dell'uomo di plasmare la materia e gli eventi.

Alcuni secoli dopo, venne coniata una nuova sentenza attribuita a Sallustio, nonostante l'autenticità sia tuttora molto discussa :

                                   
         "faber est suae quisque fortuna" (Epistulae ad Caesarem senem de re publica, 1, 1, 2)


Questa locuzione acquisirà notevole risalto nel Rinascimento, periodo in cui emerge appieno l'idea di un sapere non più fine a se stesso, ma funzionale all'azione pratica, quale strumento di costruzione del mondo circostante. Infatti, se nel Medioevo si riteneva che l'uomo fosse completamente succube del destino, ora gli viene conferita la possibilità di agire e di non soccombere ad una realtà già predeterminata.




Giunti a tal punto, risulta inevitabile chiudere il cerchio concentrando la nostra attenzione su Jean-Paul Sartre (1905 - 1980), filosofo francese considerato uno dei più illustri esponenti dell' Esistenzialismo, che in lui assume le sembianze di un umanesimo in cui ogni individuo è radicalmente responsabile delle sue scelte.


                                       "L'uomo si fa" (L'esistenzialismo è un umanismo)

Con queste lapidarie parole, Sartre esalta ulteriormente le potenzialità dell'individuo e la sua capacità di modificare la realtà mediante il suo intervento: l'uomo, all'inizio, non è proprio nulla, ma un progetto che deve realizzarsi per mezzo delle sue scelte e della sua azione nel mondo.