domenica 22 marzo 2020

Homo faber fortunae suae

Sin dalla notte dei tempi, caratteristica peculiare dell'uomo è quella del fare. Già Anassagora (496 a.C - 428 a.C.), celebre fisico pluralista, scrisse in un suo frammento :
                                   
                                         "L'uomo è intelligente perchè ha le mani".

Il filosofo mette in luce il fatto che l'uomo è l'unico tra gli esseri viventi dotato di mani. Viene dunque riportato il valore della tecnica, con la quale l'uomo è in grado di modellare la realtà e le cose a proprio piacimento. L'importanza dell'artigianato risiede proprio in questo : con il "fare" l'essere umano è il solo a piegare la realtà ai propri interessi.

Analizziamo ora la locuzione sopra riportata, "Homo Faber", per prima utilizzata da Appio Claudio Cieco nelle sue Sententiae. Questa massima sottolinea la possibilità di poter guidare autonomamente il proprio destino. Faber, infatti, è un termine tecnico che significa "artigiano, fabbro", rimando chiaro alla capacità dell'uomo di plasmare la materia e gli eventi.

Alcuni secoli dopo, venne coniata una nuova sentenza attribuita a Sallustio, nonostante l'autenticità sia tuttora molto discussa :

                                   
         "faber est suae quisque fortuna" (Epistulae ad Caesarem senem de re publica, 1, 1, 2)


Questa locuzione acquisirà notevole risalto nel Rinascimento, periodo in cui emerge appieno l'idea di un sapere non più fine a se stesso, ma funzionale all'azione pratica, quale strumento di costruzione del mondo circostante. Infatti, se nel Medioevo si riteneva che l'uomo fosse completamente succube del destino, ora gli viene conferita la possibilità di agire e di non soccombere ad una realtà già predeterminata.




Giunti a tal punto, risulta inevitabile chiudere il cerchio concentrando la nostra attenzione su Jean-Paul Sartre (1905 - 1980), filosofo francese considerato uno dei più illustri esponenti dell' Esistenzialismo, che in lui assume le sembianze di un umanesimo in cui ogni individuo è radicalmente responsabile delle sue scelte.


                                       "L'uomo si fa" (L'esistenzialismo è un umanismo)

Con queste lapidarie parole, Sartre esalta ulteriormente le potenzialità dell'individuo e la sua capacità di modificare la realtà mediante il suo intervento: l'uomo, all'inizio, non è proprio nulla, ma un progetto che deve realizzarsi per mezzo delle sue scelte e della sua azione nel mondo.





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