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domenica 31 maggio 2020

The young artisan - Step #22

  • Prima puntata della serie TV "The young artisan" - L'incontro

Rodolfo, artigiano torinese di mezza età, si occupa della produzione di vasi in ceramica all'interno della sua modesta bottega. Cammina pensieroso lungo le vie della città con il corriere sotto il braccio. Il coronavirus ha dimezzato i guadagni della sua piccola impresa e la mancanza di risorse lo ha costretto a licenziare gran parte di coloro che collaboravano con lui, gettando nella disperazione le loro famiglie.

Tuttavia, non ha alcuna intenzione di rinunciare all'attività che coltiva da anni e che il padre gli ha tramandato con tanta passione. Solleva quindi la saracinesca della sua bottega per completare la preparazione in vista della riapertura, ma viene avvolto da profondo sconforto. E' infatti solo, con una attività al collasso da proseguire. Come potrà mantenere nuovamente i suoi dipendenti, dopo questa grande crisi ? Mentre elabora queste riflessioni, un ragazzo, incuriosito, allunga lo sguardo all'interno della bottega, per poi allontanarsi a passo svelto. Rodolfo lo nota e segue il ragazzo con lo sguardo.
Una volta girato l'angolo, questo scompare.
Rodolfo, deciso a saperne di più, lo segue e, dopo qualche passo, ha davanti a sè una scena inaspettata : il giovane è tenuto per il collo da alcuni suoi coetanei con aria minacciosa..


  • Seconda puntata della serie TV "The young artisan" - La consapevolezza


Rodolfo decide allora di intervenire, paventando di chiamare la polizia, facendo così allontanare i giovani. Il ragazzo si chiama Matteo, ha 17 anni ed è quotidianamente vittima di bullismo, tanto che ha scelto di non frequentare più la scuola. Rodolfo si rassicura delle sue condizioni di salute, portandolo con sè all'interno della bottega e porgendogli un bicchiere d'acqua.
In particolare, Matteo è attratto da un vaso in ceramica riposto su uno scaffale. Rodolfo gli domanda la ragione di questo particolare interesse e Matteo risponde che quel vaso gli riporta alla memoria lo stesso vaso in cui sua nonna era solita riporre le rose che raccoglieva nel giardino che si trovava sotto casa.
Racconta, inoltre, che l'attività dell'artigiano ha sempre esercitato grande fascino su di lui e che questa viene spesso sottovalutata.
Il ragazzo scoppia in lacrime, ripensando a quanto accaduto pochi minuti prima del suo incontro con Rodolfo, il quale gli permette di realizzare un vaso al tornio.
Matteo si dimostra sin da subito particolarmente abile e Rodolfo percepisce in lui un enorme potenziale. Tra i due vi è immediatamente uno sguardo di intesa, destinato a cambiare per sempre  la vita di entrambi...



  • Terza puntata della serie TV "The young artisan" - La scelta

Rodolfo si avvicina a Matteo, riferendogli di non aver mai visto, nel corso di tutta la sua vita, un ragazzo così abile nella lavorazione al tornio. Matteo è sorpreso da queste parole e, nostalgicamente, accarezza la sua prima creazione, plasmata con grande amore, quasi si trattasse di una nuova vita.  Il ragazzo comprende che non può abbandonare la scuola, i suoi genitori non glielo permetterebbero, deve ancora completare il suo percorso di studi.
Nel mentre, una signora si affaccia all'interno della bottega rimasta aperta, rimarcando la bellezza della creazione di Matteo, elogiandola. Lo stesso farà un altro signore subito dopo, e subito dopo un altro...
Rodolfo ha un'idea : Matteo potrebbe raggiungerlo ogni pomeriggio nella sua bottega, al termine delle lezioni. Non potrebbe, soprattutto in queste condizioni, garantirgli uno stipendio, ma sarebbe di certo un buon inizio. Matteo accetta entusiasta la proposta di Rodolfo, accennando un abbraccio, per poi ritrarsi...
In questo modo Matteo collaborerà alle attività dell'impresa per molti mesi, coniugando scuola e lavoro pomeridiano. Le sue doti eccezionali migliorano di giorno in giorno, facendosi presto riconoscere per i suoi prodotti in tutta la città di Torino, tanto da attirare l'attenzione di un facoltoso acquirente, che raggiunge la bottega di Rodolfo per un accordo. Ha infatti intenzione di finanziare l'attività del giovane artigiano, acquistando e rivendendo successivamente i prodotti da lui realizzati.
Grazie al denaro guadagnato, Rodolfo ha la possibilità di assumere nuovamente tutti i suoi dipendenti e di garantire un futuro radioso al giovane.


venerdì 29 maggio 2020

Le implicazioni etiche dell'arredamento - Step #21

Ragionare intorno al tema dell'etica è di importanza fondamentale, soprattutto al giorno d'oggi, quando la linea di demarcazione tra una scelta corretta ed una sbagliata è divenuta sempre più labile.

Nell'ambito dell'artigianato, in particolare, il mondo dell'arredamento merita di essere sottoposto ad una attenta rivalutazione etica. Ad esempio, una pelle di pecora utilizzata per riscaldare i nostri freddi inverni e rendere più bello il nostro divano può ritenersi un acquisto giusto
Quasi sicuramente no, sia per un risvolto animalista, sia ambientale a causa della concia (quasi sempre) chimica, sia per una questione salutista perché le sostanze usate potrebbero essere rilasciate e inalate :


Fodera in pelle di pecora



Circa tre anni fa, visitando una nota fiera dell'arredamento, ho visto un banchetto posizionato in un angolo defilato rispetto a tutti gli altri stand. Ho iniziato a discutere con la signora che vendeva alcune fodere in pelle di pecora, chiedendole come mai non avesse più le coperte degli anni passati e lei ha risposto che preferiva puntare su prodotti più facili da vendere.

Da una parte, quella era l’occasione per acquistare la pelle di un animale adulto lavorata senza chimica e quella pecora avrà per certo fatto parte di un ecosistema naturale, dove esistono un pascolo e un’agricoltura non intensiva che rispetta l’equilibrio ambientale.
Infine, so che non avrei acquistato un prodotto proveniente da paesi che non hanno regole a favore dell’ecologia.

D'altra parte, in questo modo avrei portato a casa la "carcassa" di un animale privato della sua libertà per diventare oggetto di arredamento, atto eticamente deprecabile.

In conclusione, ho acquistato la pelle di pecora. Con la consapevolezza che è difficile scegliere di essere eticamente corretti in questo mondo contraddittorio. Credo che la cosa migliore sia essere onesti: l’onestà di ritenersi eticamente scorretti più o meno sempre, in quanto con il nostro sistema di vita abbiamo danneggiato il mondo intero.

Credo però in soluzioni che alterano meno possibile gli equilibri ambientali come l’artigianato, il Made in Italy che controlla le sostanze immesse sul mercato, la microeconomia e l’industria che rispetta le regole a favore dell’ecologia, perché fortunatamente anche questa esiste ancora.


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mercoledì 20 maggio 2020

L'importanza della mano

L'attuale società post-moderna è caratterizzata da un'economia fondata sulle abilità tecniche, ma in quale maniera si definisce appieno il costrutto di abilità ?

Sfogliando un comune vocabolario, è possibile pervenire a questa definizione di "abilità" :
la capacità pratica ottenuta con l'esercizio che, nel senso più diffuso, viene spesso contrapposta all'ispirazione ed all'illuminazione improvvisa.
La fascinazione attualmente esercitata sull'immaginario collettivo deriva dalla solida convinzione che il talento naturale possa via via prendere il posto dell'esercizio. L'abilità tecnica, quanto più progredisce, tanto più viene così rivolta agli aspetti prettamente problematici dell'attività.

Immagine della mano umana


Si giunge dunque ad una piena rivalutazione della mano : l’atto dell’afferrare qualcosa sottintende, sul piano fisico ed ideologica, il protendersi verso di essa. La mano prima di toccare la superficie dell’oggetto assumerà una forma concava, adatta a contenerlo e ad accoglierlo. 
La funzione della prensione conferisce struttura non solamente all'azione fisica, ma anche alla comprensione mentale, come qui riportato :


La mano, spesso sottovalutata, riveste un ruolo fondamentale nella nostra società, quale principale strumento per modellare la realtà che ci circonda. Soprattutto oggi, all'epoca del Covid-19, le mani sono divenute straordinari vettori della diffusione del virus. Dobbiamo averne cura assoluta, poichè da esse dipende il futuro della nostra sopravvivenza.
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giovedì 14 maggio 2020

Un sostegno all'artigianato artistico

Il Tavolo Nazionale, costituito dai soggetti sostenitori della Carta Internazionale dell’Artigianato artistico, ha lanciato un appello ai decisori politici al fine di chiedere di sostenere con urgenza l’artigianato artistico, un importantissimo patrimonio culturale ed economico che oggi è fortemente a rischio.



La Carta Internazionale dell’Artigianato artistico è un documento programmatico redatto nel 2010 a livello nazionale e internazionale proprio per tutelare, promuovere e valorizzare il settore dell’artigianato artistico e tradizionale: i soggetti promotori che per primi hanno voluto il documento sono stati, tra gli altri, Confartigianato Artistico, Cna e Ateliers d’Art de France, con il supporto tecnico e organizzativo di Artex, Centro per l’Artigianato artistico della Toscana. Ad oggi la Carta conta 59 tra promotori e sostenitori. Questo settore rappresenta un patrimonio immenso, che ha contribuito alla definizione del Made in Italy e dell’immagine dell’Italia nel mondo, e che adesso si trova in una situazione di estrema fragilità a causa delle conseguenze terribili del lockdown imposto per fronteggiare l’epidemia di Covid-19.

“Dopo una discussione di argomenti condivisi – spiega Antonio Colì, Presidente di Confartigianato Artistico –  siamo giunti alla definizione di un programma di lavoro che sostiene e rivitalizza l’Artigianato Artistico italiano. Il saper fare degli artigiani, attraverso operazioni mirate, concrete e condivise, sarà la nuova linfa che alimenterà quel gusto sopraffino e ricercato che soltanto gli imprenditori artigiani riescono a far percepire al consumatore e a rendere l’Italia una nazione ricca di cultura che nessun altro Paese è in grado di vantare”.

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mercoledì 13 maggio 2020

Artigianato e automazione : un accordo per il futuro - Step #15

Che cosa attende il mondo dell'artigianato nei prossimi 40 anni ? Si potrà davvero parlare di una realtà manifatturiera ? Risulta molto complesso elaborare una risposta soddisfacente alla questione, ma è di certo possibile compiere alcune previsioni in merito.

Il Rapporto sui limiti dello sviluppo, commissionato al MIT dal Club di Roma, fu pubblicato nel 1972 da Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows, Jørgen Randers e William W. Behrens III.
In esso, sulla base di una simulazione svolta al computer World3, vengono predette le conseguenze della continua crescita della popolazione sull'ecosistema terrestre e sulla sopravvivenza della specie umana. A causa dell'evoluzione delle nuove tecnologie, gran parte dei mestieri attuali sarà soggetta a drastici mutamenti, con il crescente dominio dell'automazione a danno della manodopera umana.

Soprattutto nel settore alimentare e dell’abbigliamento è opinione diffusa che la qualità del prodotto fatto a mano sia nettamente superiore rispetto a quello realizzato in serie, in termini di bellezza, creatività, design ed eleganza.
D'altra parte, il prodotto industriale viene realizzato in tempi minori ed in quantità maggiori. E il beneficio per il cliente si traduce in prezzi più accessibili. Grazie alle macchine automatiche, si possono riprodurre in serie i livelli qualitativi di molti prodotti artigianali, fornendo un raccordo indispensabile con le incessanti le richieste del mercato moderno, rendendolo preferibile alla produzione umana. Ma è realmente necessario che uno prevalga sull'altro ?

Immagine simbolica del rapporto uomo - tecnologia


E' possibile trovare un accordo che permette la "convivenza" della manodopera umana e le nuove tecnologie : gli “artigiani digitali”.

L’artigianato in Italia ha vissuto un momento di forte crisi negli ultimi anni dettato principalmente dall’abbattimento dei costi e dalla mancanza di risorse umane.
I nuovi artigiani digitali si occupano di tutto : delle produzioni di tipo ingegneristico, alla più convenzionale lavorazione dei metalli e del legno.
Siamo quindi di fronte ad una totale ridefinizione del lavoro industriale e dei servizi, con una convergenza tra artigiani e grandi imprese.

 Il mondo del digitale permette di aprire la catena del valore industriale al mondo dei Maker (così come vengono chiamati) grazie alla sempre maggiore ‘sartorialità’ delle produzioni. Stiamo andando incontro a un futuro in cui il lavoro sarà caratterizzato dall'artigianalizzazione più spinta dell’opera del lavoratore industriale. Questa partita, giocata dentro i nuovi ecosistemi intelligenti, consentirà allora di unire la domanda di identità delle tradizioni artigianali con la progettazione dell’innovazione.

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martedì 12 maggio 2020

Da CD a gioielli : l'artigianato eco-friendly

Come si sa, i CD sono piuttosto difficili da riciclare, per via della loro composizione :  sono costituiti al 90 % di policarbonato, un foglio di alluminio e altri materiali. Il policarbonato sarebbe facilmente riciclabile, ma la loro composizione a sandwich rende questi materiali difficilmente separabili gli uni dagli altri.

Ilaria Toscano è una giovane Graphic Designer e fotografa professionista.  Ha molto a cuore il suo progetto, riguardante la creazione di gioielli da materiale da riciclo. Il suo obiettivo è quello di far innamorare dei dettagli colorati intrinsechi delle sue creazioni (dal nome Chase the Rainbow) e sensibilizzare al contempo le persone verso un mondo plastic-free.



Logo del riciclaggio

I CD che abbiamo posseduto meritano una seconda possibilità, prima di essere gettati. 
Questo è il piccolo contributo al riutilizzo di quella plastica indesiderata, poichè il CD-ROM è un materiale che finisce nella raccolta indifferenziata e non nel contenitore della Plastica, proprio perchè il policarbonato è altresì altamente riciclabile, ma in Italia non sappiamo come gestirlo e così finisce semplicemente nell'indifferenziato. 

Un altro modo per contribuire ad un futuro migliore passa anche attraverso il riciclo di semplici CD !

venerdì 8 maggio 2020

Il giro d'Italia a dorso di un mulo - Step #14

Un viaggio di ben 2.500 chilometri per salvare le tradizioni d’Italia e quegli antichi lavori familiari ai più anziani e sconosciuti per i più giovani: come il fabbro di bottega, il bracciante e l’allevatore.

“Incontrerò personalmente questi professionisti dell’artigianato, regione dopo regione, dalla Sicilia al Piemonte”, precisa Francesco Paolo Lanzino, 26 anni, che il 29 marzo sarebbe dovuto salire in sella alla sua mula per lasciare i monti palermitani per 6 mesi on the road su e giù per l’Italia. Lo scopo del viaggio è chiaro: “Da chi difende ancora gli antichi mestieri riceverò una testimonianza della cultura non scritta che non deve scomparire ma deve essere riscoperta all’interno di un contesto moderno”.

Questo progetto, nato già nel 2016, diverrà un film-documentario “capace di dare risalto a una realtà dimenticata, a un’Italia rurale, raccogliendo le testimonianze dei protagonisti di quel mondo prima che vadano perdute per sempre”, aggiunge il giovane Francesco.


La locandina del progetto

Francesco ha in mente l’esempio di Gratteri, un piccolo paesino sulle Madonie poco fuori Palermo e famoso per l’antica tradizione dei telai. In passato tramandata di generazione in generazione, ma che oggi si è persa del tutto: “I telai sono appesi alle pareti. Ora nessuno non solo non li usa, ma non è neanche più in grado di montarli. Se si perdono queste tradizioni, per rimparare la tecnica ci vorranno anni”. Da qui nasce la sua sfida al mondo di oggi, vissuto davanti al computer.

“I giovani – aggiunge Francesco – piuttosto preferiscono rimanere disoccupati che avvicinarsi a mestieri come quello dell’allevatore o dell’agricoltore. Lo vedo quando d’estate vado a lavorare nei campi. Perché oggi un’esperienza all’estero vince sempre su una nei campi”. Eppure cresce l’esigenza di una società più green, “esattamente come quella di qualche anno fa”.


Per maggiori informazioni :




mercoledì 6 maggio 2020

L'ingegneria del tornio - Step #13

Come riporta il titolo stesso di questo blog, il legame tra il mondo dell'artigianato e quello dell'ingegneria è molto più stretto di quanto si possa comunemente credere. A riprova di questo, il tornio  può essere considerato l'elemento di congiunzione tra queste realtà apparentemente distanti.

Tornio risalente al 1918

La struttura di base di un tornio per la lavorazione dei metalli è generalmente la seguente: un complesso formato da un motore elettrico che trasmette il moto di rotazione ad un elemento circolare sul quale è posto un mandrino.

Analizziamo questo strumento da un punto di vista ingegneristico :

Il mandrino non è altro che un dispositivo meccanico che tiene fermo o trascina qualsiasi pezzo in lavorazione, che svolta in più modi. Ad esempio, se il rapporto tra lunghezza e diametro del pezzo è inferiore a 1 si esegue la lavorazione a sbalzo, cioè usando le ganasce del mandrino e la flessione massima che si ha nel capo opposto è pari  a :



{\displaystyle f={\dfrac {1}{3}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}


Dove  è la forza perpendicolare al pezzo in rotazione,  il modulo elastico del materiale e  il momento d'inerzia rispetto all'asse. Invece, se :

 {\displaystyle 1\leq {\dfrac {L}{D}}\leq 5}


si effettua la lavorazione aggiungendo una punta nel capo opposto al mandrino e la flessione massima si ha che :


{\displaystyle f\approx {\dfrac {1}{107}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}

Nell'ultimo caso, se si ha che:

 {\displaystyle {\dfrac {L}{D}}\geq 5}

il pezzo viene montato tra la punta e quella opposta, così che la flessione massima è pari a :




{\displaystyle f={\dfrac {1}{48}}\cdot {\dfrac {F_{\bot }\cdot L^{3}}{E\cdot J}}}


Oltre al mandrino, vi sono un rigido bancale provvisto di due guide parallele sulle quali scorrono un carrello su cui è montata la torretta portautensile e un sostegno da contropunta che ha la funzione di sorreggere il pezzo in lavorazione.

Per saperne di più :




domenica 3 maggio 2020

Il restauro e la risposta al coronavirus

Il Governo sembra aver recepito le sollecitazioni provenienti da Confartigianato e darà il via libera a tutte le attività di restauro a partire dal 4 maggio. In una "Faq" (acronimo di "Frequently asked questions"), pubblicata il 2 maggio sul portale della Presidenza del Consiglio, alla domanda se sia consentita la prosecuzione delle attività di conservazione e di restauro di opere d’arte, la risposta è stata positiva.



Restauratrice all'opera


“Sono consentite – si può leggere chiaramente – le attività di restauro, finalizzate alla conservazione di opere d’arte quali quadri, affreschi, sculture, mosaici, arazzi e beni archeologici”.

Nella Faq si chiarisce che “tali attività non sono infatti sostanzialmente riducibili a profili ricreativi o artistici, essendo invece riconducibili alle attività assentite nell’allegato 3 del d.P.C.M. 26 aprile 2020 del restauro di edifici storici e monumentali, dell’industria del legno, di architettura, ingegneria, collaudo e analisi tecniche e alle altre attività professionali, scientifiche e tecniche nonché alle riparazioni di beni mobili”.

Una risposta che accoglie le richieste di Confartigianato Restauro che aveva denunciato l’incomprensibile blocco dell’attività per le imprese del restauro, ferme da più di due mesi,  e impossibilitati a svolgere la loro delicata funzione di restauro dei Beni Culturali che rappresentano i pilastri del Pil del turismo culturale con il peso considerevole del 33% sul totale dell’economia turistica italiana.

Per maggiori informazioni :

https://www.confartigianato.it/
http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Economia/Via-libera-alle-attivita-di-restauro-Confartigianato-Risposta-positiva-del-Governo-310950.aspx

mercoledì 29 aprile 2020

L'artigianato di ieri... e di oggi - Step #12

 L’artigianato italiano moderno affonda le sue origini nel passato, soprattutto nel Medioevo, quando si registrò il grande sviluppo economico dei comuni. Gli artigiani che lavoravano la carta, i tessuti, i metalli, il legno, la ceramica si tramandarono per secoli i segreti del mestiere. Ancora oggi gli artigiani italiani sono in grado di produrre oggetti di altissima qualità, apprezzati ed esportati in tutto
 il mondo. Nel Medioevo, ogni artigiano aveva una propria bottega, possedeva gli strumenti del mestiere e si avvaleva dell’aiuto di uno o due lavoranti e di due o tre garzoni apprendisti. Il laboratorio non superava dunque il numero di sei o sette lavoratori al massimo. Ogni artigiano doveva essere iscritto a una corporazione, ossia un complesso di persone che, svolgendo una comune attività economica, si univano per la tutela degli interessi del proprio lavoro.

Rappresentazione su francobollo
Dopo la decadenza dell’impero romano l’arte vetraria rimase in vita nell’impero bizantino e nella civiltà araba, mentre in Europa riprese la sua importanza soltanto dopo il Mille, concentrandosi soprattutto a Venezia. I vetrai veneziani, influenzati dalle tecniche orientali, si trasferirono nel XIII secolo nella piccola isola di Murano per evitare la propagazione degli incendi che potevano nascere nei loro laboratori.

Murano, in particolare, divenne il maggiore centro vetrario del Medioevo e continuò la sua attività nei secoli seguenti, caratterizzati dalla finezza del vetro e dai colori vivaci.
Ancora oggi Murano è sede di laboratori vetrai i cui prodotti sono famosi in tutto il mondo:

Maestro vetraio


Per saperne di più :

https://it.wikipedia.org/wiki/Artigianato
https://it.wikipedia.org/wiki/Corporazioni_delle_arti_e_mestieri
http://www.tuttostoria.net/medio-evo.aspx?code=104

giovedì 23 aprile 2020

Una risorsa nella lotta al virus - Step #11

In questo momento così difficile, ognuno di noi cerca di fare la propria parte al fine di limitare la diffusione del virus e garantire, il prima possibile, la ripartenza del Paese. A tal fine, anche il mondo dell'artigianato si sta adoperando nel concreto in questa missione.

L'associazione Confartigianato della Spezia evidenzia, infatti, in una nota come "in questo momento di emergenza sanitaria, del tutto straordinaria, il servizio delle lavanderie artigianali sia strategico e significativo nella lotta al Coronavirus."

 Non a caso, nel rapido susseguirsi dei DPCM e DM del Governo, la lavanderia è sempre rimasta tra le poche attività autorizzate ad operare. D'altronde la manutenzione e pulizia completa dei capi di abbigliamento è un servizio decisamente essenziale, specie in un periodo di pandemia, sia nel caso in cui un cittadino non abbia una lavatrice in casa sia che si debba mantenere capi che possono essere lavati solo a secco. Una ricerca voluta da Confartigianato ed eseguita da autorevoli centri di analisi certifica che i livelli di pulizia garantiti da pulisecco artigiane tradizionali, sono molto vicini ad una e vera propria sanificazione. Questi dati evidenziano ancora una volta come sia estremamente importante il ruolo dell'artigianato al giorno d'oggi, nonostante l'enorme crisi che sta vivendo a causa dell'imposto "lockdown".

Per riportare un esempio, l'azienda tedesca Richard Geiss GmbH, tra i leader europei nella produzione dei solventi, ha caricato sul suo sito una nota tecnica di enorme interesse: premesso, infatti, che il COVID-19 è avvolto da uno strato lipidico quindi è sensibile all'etere, al cloroformio e ai solventi, visto che la gran parte delle lavanderie tradizionali sono dotate di almeno una macchina da lavaggio che utilizza dell'idrocarburo clorurato (come il tetracoloretilene) l'azione di lavaggio con queste macchine rende inattivo il virus, trasformando il lavaggio a secco e le lavanderie tradizionali in elementi significativi nella lotta alla diffuzione del COVID-19.

Tuttavia, per i più scettici, Antonella Simone di Confartigianato e Sylwia Oles della Lavanderia Quality Center dichiarano : "E' necessario ricordare alla clientela che le lavanderie sono luoghi di pulizia e non di contaminazione (come si potrebbe erroneamente credere) e che nelle nostre attività, vengono rispettate le indicazioni ministeriali finalizzate a contenere al massimo il rischio legato al Coronavirus e che sono: uso di guanti e mascherina, distanziamento sociale di almeno 1 metro dal cliente al banco, sanificazione quotidiana degli ambienti, delle attrezzature e degli arredi."

Un messaggio forte e chiaro dal mondo degli artigiani : uniti siamo più forti !



Logo Confartigianato


Per saperne di più sull'argomento :







martedì 21 aprile 2020

Le parole dei grandi...

"Confesso di non aver alcun rancore verso il nostro tempo, che oggi quasi tutti accusano di ogni crimine possibile, come se fosse la più barbara tra le età umane. Ma di una cosa è certo colpevole: ha sciupato e dissipato l'immenso tesoro di sapienza artigiana, che la civiltà aveva costruito nei secoli."



Pietro Citati

venerdì 17 aprile 2020

L'artigianato nel mondo del cinema - Step #10



La scena è tratta dal film Niente per caso, cortometraggio realizzato dal Consorzio del Vero Cuoio toscano e presentato al Festival di Venezia nel 2016.
Scopo di questo film : esaltare la tradizione dell'artigianato "made in Italy".

Per saperne di più:

https://www.nove.firenze.it/niente-per-caso-un-film-per-raccontare-leccellenza-dellartigianato-italiano.htm

domenica 12 aprile 2020

Il Coronavirus e la crisi dell'artigianato

Due sole parole : confusione e smarrimento. Forse anche una terza : responsabilità. Il decreto emanato in data 11 marzo stabilisce misure ancora più restrittive per gli spostamenti, sancendo di fatto la chiusura pressochè totale delle attività artigianali dislocate lungo il territorio italiano.
Non esiste più alcuna domanda privata. Chi ne ha la possibilità, continua a portare avanti lavoretti ed arretrati e ad intervenire in casi di urgenza oppure necessità.

La Cna (Confederazione Nazionale Artigianato) afferma che vi è una profonda consapevolezza della difficoltà del momento, ma anche il terrore concreto di non riuscire a ripartire una volta che l’emergenza sarà conclusa. Il problema principale è rappresentato dalla carenza di liquidità immediata. Chi non dispone di un "tesoretto" personale rischia di dipendere completamente dagli ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione in deroga, dai sussidi (in realtà minimi) per gli enti autonomi. La sensazione che si prova è quella di vivere in un tempo sospeso.

Appoggiandoci ai risultati di un sondaggio condotto da Confartigianato, sappiamo infatti che l’emergenza coronavirus ha colpito al nord l’attività del 70% degli artigiani e delle micro/piccole imprese e, se questo allarme persisterà, gli imprenditori prevedono cali del 25% del fatturato di marzo.

Gli effetti dell’emergenza coronavirus, sottolineano in una nota il presidente ed il segretario generale di Confartigianato Graziano Sabbatini e Marco Pierpaoli, sono diffusi in tutti i settori delle piccole imprese: particolarmente gravi i cali di fatturato mensili previsti dalle imprese interessate dalla domanda turistica, del trasporto persone, dal settore della manifattura, dalle aziende della moda e dei servizi.

E' stata lanciata la campagna di comunicazione con manifesti e social “Non lasciamoci influenzare” un invito a tornare alla vita di tutti i giorni , con le necessarie precauzioni, ma tornare dagli artigiani, dai piccoli imprenditori per acquistare il bello, il buono ed il ben fatto.
Insomma, un invito a sostenere la nostra economia, i nostri territori, per ricominciare a vivere.




Fonti di riferimento :




venerdì 20 marzo 2020

Il valore del made in Italy

Accanto alla vecchia figura dell’artigiano, oggi finalmente ne emerge una nuova che si serve  delle tecnologie digitali e dei nuovi mezzi di comunicazione, sia per offrire visibilità alla classe artigiana tradizionale che per creare fisicamente design e artigianato. Una nuova realtà produttiva, costituita dagli artigiani digitali: i cosiddetti “crafters”, i “makers”, oppure “workers”, che sembra abbiano finalmente conquistato la centralità di questo mondo del saper fare, rivalutando la storia, la cultura e le tradizioni italiane, rispetto a una cultura fatta di finanza e di piani di marketing, del tutto slegati dalle dinamiche produttive reali che ci hanno condotto alla situazione odierna.
Lo hanno compreso CNA, Confartigianato, così come tutte le associazioni di categoria che iniziano a comprendere l’importanza di questi nuovi lavoratori e si stanno organizzando per poterlo supportare appieno.
Nel nostro Paese viene ancora attribuito grande valore al lavoro manuale, connesso ad una creatività personale, ad una grande passione e a una alta competenza tecnica ed artistica. Anche in città, dove la figura dell’artigiano sembrava aver perso la sua importanza, ora sta riacquistando la sua giusta rilevanza. L’artigiano metropolitano di oggi è una figura che ha saputo legarsi al design, alle nuove tendenze ed ai nuovi gusti, apportando il suo saper fare insostituibile ai cambiamenti che ci hanno accompagnato. Le attività dell’artigianato, in particolar modo di quello artistico, richiedono tecniche di lavorazione manuale ad alto livello tecnico/professionale, anche con l’ausilio di apparecchiature ma escludono assolutamente processi di lavorazione effettuati interamente in serie.
Le eccellenze del made in italy, soprattutto in questo periodo di forte crisi, rappresentano il nostro vantaggio competitivo in una vasta gamma di campi, da quello manifatturiero all’alimentare: il design, la moda, i gioielli, le ceramiche, possono, oggi, figurare come arma a nostro favore. Prestigioesclusività e qualità, gli aggettivi che meglio descrivono il made in Italy. L’Italia, deve saper sfruttare il suo vantaggio competitivo, già riconosciuto nel mondo e dato dal saper fare italiano, intrecciato alle antiche tradizioni di cui l’Italia è la culla.

Bibliografia :