venerdì 8 maggio 2020

Il giro d'Italia a dorso di un mulo - Step #14

Un viaggio di ben 2.500 chilometri per salvare le tradizioni d’Italia e quegli antichi lavori familiari ai più anziani e sconosciuti per i più giovani: come il fabbro di bottega, il bracciante e l’allevatore.

“Incontrerò personalmente questi professionisti dell’artigianato, regione dopo regione, dalla Sicilia al Piemonte”, precisa Francesco Paolo Lanzino, 26 anni, che il 29 marzo sarebbe dovuto salire in sella alla sua mula per lasciare i monti palermitani per 6 mesi on the road su e giù per l’Italia. Lo scopo del viaggio è chiaro: “Da chi difende ancora gli antichi mestieri riceverò una testimonianza della cultura non scritta che non deve scomparire ma deve essere riscoperta all’interno di un contesto moderno”.

Questo progetto, nato già nel 2016, diverrà un film-documentario “capace di dare risalto a una realtà dimenticata, a un’Italia rurale, raccogliendo le testimonianze dei protagonisti di quel mondo prima che vadano perdute per sempre”, aggiunge il giovane Francesco.


La locandina del progetto

Francesco ha in mente l’esempio di Gratteri, un piccolo paesino sulle Madonie poco fuori Palermo e famoso per l’antica tradizione dei telai. In passato tramandata di generazione in generazione, ma che oggi si è persa del tutto: “I telai sono appesi alle pareti. Ora nessuno non solo non li usa, ma non è neanche più in grado di montarli. Se si perdono queste tradizioni, per rimparare la tecnica ci vorranno anni”. Da qui nasce la sua sfida al mondo di oggi, vissuto davanti al computer.

“I giovani – aggiunge Francesco – piuttosto preferiscono rimanere disoccupati che avvicinarsi a mestieri come quello dell’allevatore o dell’agricoltore. Lo vedo quando d’estate vado a lavorare nei campi. Perché oggi un’esperienza all’estero vince sempre su una nei campi”. Eppure cresce l’esigenza di una società più green, “esattamente come quella di qualche anno fa”.


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