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mercoledì 20 maggio 2020

Il valore dell'abilità durante l'Illuminismo

La relazione tra l'Illuminismo e la cultura materiale è da rintracciare nei concetti-chiave di progresso e miglioramento : l'uomo aveva il potere di accrescere il controllo sulle proprie condizioni materiali in virtù delle sue abilità.

L’Encyclopédie di Diderot, una vera e propria "bibbia" sul lavoro tecnico pubblicata dal 1751 al 1772, celebrava le persone dedite a svolgere bene un lavoro come fine in sé e l’artigiano fu assunto come emblema della concezione illuminista. In che senso l’Encyclopédie proclamava che il lavoro dell’artigiano costituiva un’icona dell’Illuminismo? L’opera poneva sullo stesso piano di dignità le arti liberali e le arti meccaniche, riportando il lavoratore manuale alla stessa dignità dell’artigiano della Grecia arcaica. L’opera riflette molto intorno ai concetti di utilità e inutilità. Per Diderot la noia era il più corrosivo dei sentimenti umani e celebrava così la vitalità più che le sofferenze del lavoratore manuale, perché ne emergesse una condizione meritevole di ammirazione più che di semplice compassione e talvolta di odio.

"Encyclopedie" di Diderot


Il lavoro ben fatto, nelle riflessioni di numerosi filosofi illuministi, si collocava nell'intersezione tra pratica e talento. Il perseguimento della qualità, motivazione fondante dell'artigiano, è a sua volta una questione di azione e di limite all'azione.
Sorge spontanea una domanda : la macchina si sarebbe rivelata un potere al quale sottomettersi ?

Diderot risponde riconoscendo il più fondamentale dei limiti umani: l'assenza di un linguaggio volto ad abbracciare il corpo umano, in particolare il corpo dell’artigiano intento al lavoro.
 Nè il lavoratore, né l’analista del lavoro possono realmente descrivere e spiegare ciò che avviene nell'atto dell'opera. Il limite risiede proprio nel talento.
Diderot giunse inoltre ad una lapidaria conclusione : quest'ultimo, impegnandosi in prima persona in attività di artigianato, scoprì che non era in grado di comprendere intellettualmente ciò che non era capace di svolgere bene nella pratica.



Denis Diderot


Per saperne di più :

mercoledì 13 maggio 2020

John Ruskin testimonial - Step #16

Nell'ambito del blog, quale personaggio storico può assumere meglio il ruolo di vero e proprio rappresentante della realtà dell'artigianato se non John Ruskin, scrittore, pittore e critico d'arte britannico vissuto nel XIX secolo ?

Egli, infatti, divenne uno dei maggiori portavoce della necessità di rivalutare il ruolo dell'artigianato  nei confronti della progressiva industrializzazione e della produzione in serie, che avevano determinato l'abbassamento dei costi, ma anche un generale scadimento del gusto estetico.

Ruskin, nel corso della propria opera, estese e qualificò notevolmente il concetto di “arte”, in una nuova accezione, che includeva ora tutti gli oggetti prodotti dall'uomo, inserendo nella categoria anche quelli puramente manifatturieri.
Cancellò quindi la differenza tra artista e artigiano, espandendo questo caposaldo all'intera cultura materiale.

John Ruskin

Egli sosteneva che, oltre a conservare gli oggetti materiali e tangibili, era necessario conservare anche le qualità morali che gli oggetti comprendevano come segno del passaggio dell'uomo sulla terra. L'essere umano, a detto dello stesso Ruskin, ha lasciato un segno dei suoi valori ed un messaggio di civilizzazione a tutte le generazioni future. Da qui discende l'importanza dell'artigianato, che deve essere valorizzato al fine di garantire la memoria delle tradizioni e degli usi degli uomini, in quanto prova della sua esistenza.

Per maggiori informazioni al riguardo :







mercoledì 29 aprile 2020

L'artigianato di ieri... e di oggi - Step #12

 L’artigianato italiano moderno affonda le sue origini nel passato, soprattutto nel Medioevo, quando si registrò il grande sviluppo economico dei comuni. Gli artigiani che lavoravano la carta, i tessuti, i metalli, il legno, la ceramica si tramandarono per secoli i segreti del mestiere. Ancora oggi gli artigiani italiani sono in grado di produrre oggetti di altissima qualità, apprezzati ed esportati in tutto
 il mondo. Nel Medioevo, ogni artigiano aveva una propria bottega, possedeva gli strumenti del mestiere e si avvaleva dell’aiuto di uno o due lavoranti e di due o tre garzoni apprendisti. Il laboratorio non superava dunque il numero di sei o sette lavoratori al massimo. Ogni artigiano doveva essere iscritto a una corporazione, ossia un complesso di persone che, svolgendo una comune attività economica, si univano per la tutela degli interessi del proprio lavoro.

Rappresentazione su francobollo
Dopo la decadenza dell’impero romano l’arte vetraria rimase in vita nell’impero bizantino e nella civiltà araba, mentre in Europa riprese la sua importanza soltanto dopo il Mille, concentrandosi soprattutto a Venezia. I vetrai veneziani, influenzati dalle tecniche orientali, si trasferirono nel XIII secolo nella piccola isola di Murano per evitare la propagazione degli incendi che potevano nascere nei loro laboratori.

Murano, in particolare, divenne il maggiore centro vetrario del Medioevo e continuò la sua attività nei secoli seguenti, caratterizzati dalla finezza del vetro e dai colori vivaci.
Ancora oggi Murano è sede di laboratori vetrai i cui prodotti sono famosi in tutto il mondo:

Maestro vetraio


Per saperne di più :

https://it.wikipedia.org/wiki/Artigianato
https://it.wikipedia.org/wiki/Corporazioni_delle_arti_e_mestieri
http://www.tuttostoria.net/medio-evo.aspx?code=104

sabato 4 aprile 2020

L'elogio dell'artigianato - Step #06

Rovistando tra i miei quaderni dei tempi del liceo, ho avuto la possibilità di entrare in contatto con una scheda stropicciata, leggermente sbiadita e carica di sottolineature, dono della professoressa di storia e filosofia. Quanto stampato su di essa non ha molto a che vedere con la filosofia in sè e per sè, ma ci fornisce un chiaro esempio di quanto la storia dell'artigianato italiano sia stata molto spesso sottovalutata, trascurando in questo modo il suo ricco patrimonio.

Casualmente (oppure fortunatamente) il medesimo concetto è stato sviluppato nel corso della prova di italiano del mio esame di maturità. Al centro della mia discussione : "L'elogio del dilettante" di Pietro Citati, storico e critico letterario italiano ancora in vita.

In questo breve saggio, comparso in "La Repubblica" il 3 dicembre 2008, l'autore si erge in una critica tagliente nei confronti del nostro tempo, accusato di aver brutalmente sperperato il tesoro di sapienza artigiana accumulato con fatica nel corso dei secoli e di cui, forse, avremmo dovuto prenderci maggiore cura...


Pietro Citati


Ecco le sue dure parole :

"Confesso di non aver alcun rancore verso il nostro tempo, che oggi quasi tutti accusano di ogni crimine possibile, come se fosse la più barbara tra le età umane. Ma di una cosa è certo colpevole: ha sciupato e dissipato l'immenso tesoro di sapienza artigiana, che la civiltà aveva costruito nei secoli...
                                                         
Siamo ricoperti dagli oggetti: nascosti dagli oggetti; stanchi di quello che produciamo. Abbiamo smarrito la sensazione di come è fatta una cosa: del suo peso, del suo spessore, dei suoi colori e del valore simbolico che può assumere nella nostra vita. Non le amiamo più. Non possiamo amarle, visto che oggi sono diventate infinitamente sostituibili. Tutti gli oggetti del mondo hanno diritto alla nostra attenzione e al nostro rispetto...

Dobbiamo recuperare le virtù della civiltà artigiana, ritrovando la parsimonia, la sobrietà e quasi l'avarizia all´inizio del ventunesimo secolo."



Per saperne di più :






mercoledì 25 marzo 2020

Artigiano o artista ? L'amore per il fare - Step #02


Dopo un lungo peregrinare, ci imbattiamo in un interrogativo quantomai legittimo per chi, "filosoficamente" parlando, non si accontenta per certo di restare sulla "superficie" della conoscenza, ma predilige approfondirne il contenuto, esplorando senza riserve il "mare magnum" di una realtà molto spesso ignorata. In seguito ad una rapida analisi etimologica del termine "artigianato" negli articoli precedenti, ritengo opportuno rispolverarne la storia, quella vera unita...ad un po' di fantasia !

La parola-chiave di questo percorso proviene direttamente dal latino, la radice della nostra lingua, ed ha origine illustri. Essa deriva infatti dal sostantivo "artes", che significa "arti", "mestieri" che, mediante un supposto aggettivo "artensis", è divenuto successivamente "artesianus", da cui il termine "artigiano" vero e proprio. E' dunque l'arte il motore linguistico di questo lemma, colei che ne ha provocato l'esistenza nel nostro parlare quotidiano. Sebbene la definizione qui riportata operi una netta distinzione tra "artigiano" ed "artista", io ritengo tuttavia che tra di essi sussista una stretta relazione, molto più profonda di quanto si possa comunemente intendere, a riprova dell'unione etimologica tra "ars" ed "artesianus".

Basti pensare che nel Medioevo esisteva la parola "artista", ma non "artigiano". All'epoca l'artigiano era considerato una figura importantissima, nonostante non esistesse una parola che lo identificasse appieno.
La differenza tra le due figure era quasi inesistente, in quanto l'artigiano veniva ritenuto un vero e proprio artista e la sua rilevanza sociale era altissima.
Purtroppo, con il trascorrere del tempo, il concetto di arte e di artigianato venne mutato a sfavore degli amanti della bottega. I celebri trattati di Leon Battista Alberti, poliedrico artista rinascimentale, iniziarono a porre in evidenza l'importanza dell'intelletto rispetto alla manualità. Ma questo fu solamente l'inizio.

La vera spaccatura tra l'importanza dell'intelletto e quella che veniva considerata la becera rilevanza della manualità divenne tangibile con la nascita delle Accademie.  Queste ultime posero ulteriormente in risalto la differenza tra il sapere di natura accademica ed il "semplice" sapere di bottega. Già in questo periodo, dunque, si stava ritornando indietro...
Le prime memorie dell'uomo sono legate infatti ad un concetto di bellezza associato alla natura : l'arte veniva impiegata per esprimerla. Di conseguenza, veniva definita arte sia l'opera di un pittore, che quella di un falegname. La bellezza era l'unico comune denominatore. 

Arte-artigianato-bellezza : tre parole unite sin dall'origine, separate nel corso della storia dell'umanità. Non siete ancora del tutto convinti ? Credete ancora che vi sia differenza tra i primi due termini ? Proverò allora convincervi con un racconto di pura fantasia.

Tornitura di un vaso


Immaginiamo ora un uomo, solo nella propria stanza, intento nelle comuni occupazioni domestiche. Si avvicina con passo lento alla finestra, che si affaccia su un modesto giardino. Ammira la bellezza dei suoi tulipani, ne osserva i colori, resi ancora più belli dai raggi del sole. Decide di raccoglierli e portarli in casa, dove potrà contemplarli più spesso. E' tuttavia sprovvisto di un vaso in grado di accoglierli. Perchè non ricrearne uno sul momento ? Ricorda di avere delle ceramica ed un tornio, così si appresta alla realizzazione della propria opera d'arte. Lavora di mano e di ingegno, giungendo alla fine della sua piacevole attività. Ecco, ora deve solamente asciugare e tutto sarà pronto. Con la più mirabile combinazione della manualità  e dell'intelletto, l'uomo tramuta in realtà il pensiero. Non è forse arte questa ? E' davvero utile discernere queste due componenti insite
nell'ambizione umana di creare e di fare ? Arte ed artigianato possono ancora essere distinti ? Ai posteri l'ardua sentenza...

Tuttavia, abbandonando per un istante la fantasia, è possibile rintracciare l'importanza dell'artigianato anche in numerose opere della letteratura italiana e non. E, osservando le sue nobili origini, perchè non iniziare dal latino ? Ecco le parole di Seneca, che nelle sue "Lettere a Lucilio", esalta l'inesauribile creatività dell'uomo, definito "animale agile in ogni sua attività" :


"Ci chiedevamo se tutti gli animali abbiano coscienza della loro natura. Che l'abbiano appare chiaro soprattutto dal fatto che muovono le membra in modo appropriato e prontamente, come se esse fossero addestrate a tale scopo; non c'è nessuno che sia privo della capacità di muoversi agilmente. L'artigiano maneggia con facilità i suoi attrezzi, il pilota muove con abilità il timone, il pittore distingue rapidamente i colori che si è messo davanti in gran numero e varietà per fare un ritratto, e passa facilmente con lo sguardo e con le mani dalla cera all'opera: così l'animale è agile in ogni sua attività.“
(Lucio Anneo Seneca)






Fonti di riferimento : 



domenica 22 marzo 2020

Dalla Grecia...alla Cina ! - Step #01 bis

E' giunto ora il momento di porre l' "artigianato"...sotto inchiesta ! Dopo una preliminare definizione in italiano, risulta necessario ripercorrere le vicissitudini etimologiche di questo lemma anche nelle lingue che ne hanno segnato irrimediabilmente la storia. 

Come non iniziare dunque dall'antica Grecia, la culla della cultura occidentale, dove l'artigianato figurò come l'elemento propulsivo del'intero sistema economico. χειροτεχνία (l'artigianato manuale in sè e per sè), per riportare il termine in lingua madre, costituì un'enorme fonte di ricchezza per città come Corinto e Atene, che basarono la propria fortuna sugli scambi dei prodotti derivanti da questa attività. Questo non è tuttavia l'unico modo per definire il termine in questione, che può ripresentarsi in più svariate accezioni, tra le quali βιοτεχνία, che indica più propriamente una piccola industria a conduzione famigliare, αγροτική βιοτεχνία, l'artigianato di natura rurale oppure ancora comeΤεχνική.

Non solamente in Grecia, bensì anche in Egitto e nei vari stati che si sono succeduti nell'area mesopotamica, la produzione artigianale (حرفي in lingua araba) degli oggetti di uso quotidiano era accuratamente programmata. Grande importanza rivestiva la creazione di armi per l'esercito, ma si registrava parallelamente la realizzazione meno sofisticata di beni ed oggetti di lusso (vetro, avorio, oro, stoffe pregiate), destinati poi all'esportazione nel Mediterraneo. 

Anche nell'antica Roma, lì dove questo termine è stato coniato, la condizione degli artifices ("colui che crea") migliorò gradualmente fino a permettere loro di acquisire la dignità di cavaliere. In questo periodo storico le officine imperiali si accostarono per importanza alle corporazioni: pittori, orefici, conciatori e tintori si trasformarono rapidamente in figure professionali indispensabili, a testimonianza di quanto questa attività manuale risultò fondamentale in età imperiale.

Persino in Oriente, l'attività artigianale (手工業fiorì presso i centri religiosi e le corti, acquisendo progressivamente maggiore importanza. In Cina, l'artigianato venne accostato alla poesia ed alla pittura, a discapito della scultura.



Riportiamo qui la definizione del termine "artigianato" in altre lingue :


- Inglese : handicraft ;
- Spagnolo : artesania; ;
- Tedesco : kunsthandwerk ;
- Francese : artisanat ;
- Russo : ремесленный .





Per saperne di più : 



giovedì 19 marzo 2020

Il termine "artigianato" ? Step #01

Definizione : 

Con la parola "artigianato" si intende l'attività, sia artistica, sia comune, volta alla produzione di beni e di servizi, organizzata principalmente su base individuale e familiare. L'artigianato, già inquadrato in grandi corporazioni nel periodo ellenistico, ebbe particolare sviluppo nel corso dell'età imperiale.
Ridotto a pochi mestieri dal mercato altomedioevale, tornò a rifiorire dopo il 10° secolo, in stretta correlazione con lo sviluppo del mercato cittadino.
Con il trascorrere del tempo, si sviluppò un artigianato dipendente, che non produceva più soltanto per il mercato, ma i cui manufatti venivano acquistati e venduti dal mercante-imprenditore, il quale anticipava le materie prime. A partire dalla metà del 18° secolo, l'artigianato iniziò a decadere, per via dell'aumentare delle richieste del commercio di massa, allontanandosi, durante il 20° secolo, dalla concezione globale del trattamento della materia prima, anche in settori di particolare valore creativo. L'artigianato di produzione, o delle arti applicate, si mantiene vivo in tutto il territorio nazionale ed opera tanto nelle attività autonome, quanto in quelle complementari alle produzioni industriali.

Etimologia :

Il termine "artigianato" può essere direttamente ricondotto al termine "artigiano", il quale ha origine dal sostantivo latino "artes", mediante un supposto aggettivo "artensis", onde poi "artesianus". Chi esercita un'arte (meccanica). Il termine "artigianato" denota quindi l'attività meccanica operata dall'artefice, vale a dire l'artigiano:

Fonti di riferimento :