sabato 4 aprile 2020

L'elogio dell'artigianato - Step #06

Rovistando tra i miei quaderni dei tempi del liceo, ho avuto la possibilità di entrare in contatto con una scheda stropicciata, leggermente sbiadita e carica di sottolineature, dono della professoressa di storia e filosofia. Quanto stampato su di essa non ha molto a che vedere con la filosofia in sè e per sè, ma ci fornisce un chiaro esempio di quanto la storia dell'artigianato italiano sia stata molto spesso sottovalutata, trascurando in questo modo il suo ricco patrimonio.

Casualmente (oppure fortunatamente) il medesimo concetto è stato sviluppato nel corso della prova di italiano del mio esame di maturità. Al centro della mia discussione : "L'elogio del dilettante" di Pietro Citati, storico e critico letterario italiano ancora in vita.

In questo breve saggio, comparso in "La Repubblica" il 3 dicembre 2008, l'autore si erge in una critica tagliente nei confronti del nostro tempo, accusato di aver brutalmente sperperato il tesoro di sapienza artigiana accumulato con fatica nel corso dei secoli e di cui, forse, avremmo dovuto prenderci maggiore cura...


Pietro Citati


Ecco le sue dure parole :

"Confesso di non aver alcun rancore verso il nostro tempo, che oggi quasi tutti accusano di ogni crimine possibile, come se fosse la più barbara tra le età umane. Ma di una cosa è certo colpevole: ha sciupato e dissipato l'immenso tesoro di sapienza artigiana, che la civiltà aveva costruito nei secoli...
                                                         
Siamo ricoperti dagli oggetti: nascosti dagli oggetti; stanchi di quello che produciamo. Abbiamo smarrito la sensazione di come è fatta una cosa: del suo peso, del suo spessore, dei suoi colori e del valore simbolico che può assumere nella nostra vita. Non le amiamo più. Non possiamo amarle, visto che oggi sono diventate infinitamente sostituibili. Tutti gli oggetti del mondo hanno diritto alla nostra attenzione e al nostro rispetto...

Dobbiamo recuperare le virtù della civiltà artigiana, ritrovando la parsimonia, la sobrietà e quasi l'avarizia all´inizio del ventunesimo secolo."



Per saperne di più :






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